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Le Origini dello Sri Ramanasramam

Nel nostro ultimo numero, Sri Kunju Swami ha descritto le ultime ore di Madre Azhagammal, di come ottenne la Liberazione. Egli raccontò anche la cerimonia del trasporto del corpo fino ai piedi della Collina vicino a Pali Tirtham e della sepoltura celebrata con tutti i riti e le solennità dovute ad un jnani.

Verso la fine dello stesso anno, il 1922, il Maharshi scese da Skandasram e si stabilì presso la tomba della Madre. Egli lo spiegò così: ” Non fu per mia volontà che mi spostai da Skandasram. Qualcosa mi condusse qui e io obbedì. Non fu una mia decisione ma la Divina Volontà”.
La totale sottomissione del Maharshi al Divino è fuori discussione. Lo spostarsi da Skandasram non fu una decisione calcolata. Ma come fu vista dagli ospiti di Skandasram? Sri Kunju Swami era lì e, adesso, ci narrerà la catena di eventi che hanno dato origine allo Sri Ramanasramam dopo le esequie di Madre Azhgammal.

Dopo aver completato quel che andava fatto (i funerali della Madre) noi tutti, insieme a Bhagavan, ritornammo a Skandasram, Alcuni sentirono che aver costruito il samadhi non era sufficiente, bisognava porre un Linga sopra la Sua tomba, celebrare giornalmente una puja e che il Mandala Abhishekam dovesse essere celebrato nel 48° giorno. Su ciò si discusse e si decise.

Chinnaswami iniziò a celebrare la puja quando il linga fu posizionato con tutti i riti dovuti. Furono completate le costruzioni del samadhi prima del 48° giorno. Bhagavan e tutti noi eravamo, a Pali Tirtham, presenti alla cerimonia.
Non c’era un posto dove Bhagavan potesse riposare, c’era solo una piccola stanza al tempio di Ganapati che veniva usata per fare ghirlande. Così Bhagavan riposò a Kumbhakonan.

Quel giorno, il Mandala Abhishekam fu celebrato grandemente e per l'occasione Rangaswami Aiyangar preparò diverse specie di prasad. 
Alcuni devoti, di frequente, mandavano dalla città un tapal peti (una sporta con le provviste giornaliere) a Skandasram, Chinnaswami e Dandapaniswami prendevano parte delle provviste e le lasciavano nel luogo del samadhi della Madre. Vasudevaswami, che mandava il cibo a Skandaram, ricevette una lamentela, egli inviò un messaggio scritto in cui diceva: che il cibo, mandato su, è per Vasudeva e non per Vasudeva, a significare che il cibo era donato a Bhagavan che viveva a Skandashram e lì doveva essere consumato.

Bhagavan, a cui capitò di vedere questa nota, osservò, “come può Vasudeva venire senza Vasudeva? -Vasudeva è il padre di Krishna-”. Il commento di Bhagavan fece notare che egli voleva che le provviste fossero mandate giù, così tutto tornò alla calma. A Pali Tirtham, Chinnaswami e Dandapaniswami iniziarono a cucinare cibi raffinati e la mattina preparare anche il caffè. Sri Ramakrishnaswami e altri che risiedevano ancora a Skandasram furono tentati di scendere giù.

Un giorno Chinnaswami, mi invitò a scendere per mangiare lo speciale Mulagutami Dosai che stava preparando. Egli mi disse: “Domani mattina vieni, ne faremo abbastanza per portarne un pò anche  a Bhagavan a Skandashram”.
Invece, andai giù la stessa notte, pensando che avrei poturo prendere il dosai per la colazione del mattino per Bhagavan. Quella notte Bhagavan chiese a Ramakrishnaswami, che si occupava di lui in mia assenza, dove fossi andato, e lui gli disse dove ero andato e perché.

A quel tempo era abitudine di Bhagavan scendere dalla collina per rispondere alla chiamata della natura e anche per visitare  il samadhi della Madre. Quel giorno, di mattina presto, si coprì con uno scialle, poiché era la stagione fredda, e venne giù. Silenziosamente, venne accanto a me e disse: “non c’è nulla per un Atithi (ospite)?"
Quando alzai lo sguardo fui sorpreso ed emozionato nel vedere che Bhagavan stava lì. Chinnaswami e altri si avvicinarono e chiesero a Bhagavan di rimanere e mangiare il dosai, promettendo di mandarne un pò ai devoti rimasti a Skandasram.
C’era un ruscello che scorreva vicino Pali Tirtham. Prima di colazione diedi a Bhagavan un bastoncino di neem per pulirsi i denti dopo che si era lavato nel ruscello. Gli fu offerto dosai caldo e caffè con latte di capra. Scherzando disse “adesso capisco perché tutti, uno dopo l’altro, sono tentati di andarsene da Skandasram”.

Shaday Shettiyar, il curatore di Draupadi Koil, e il più giovane fratello della signora che aveva coperto di paglia il casotto costruito sopra l’altare della Madre, venne a sapere che Bhagavan era sceso giù. La sorella di Shettiyar, oramai una vecchia signora, non poteva andare su a Skandashram, così Shettiyar decise di andare in città e portarla per il darshan di Bhagavan. Ella venne con un carro pieno di provviste e con il desiderio di cucinare, e offrire Bhiksha (offerta di cibo) a Bhagavan. Ganapati Muni, che era a Skandashram, lo venne a sapere.
Dopo aver fatto colazione, anche lui scese giù. Ogni volta che veniva, aveva l’abitudine di dialogare per almeno un’ora con Bhagavan su diversi argomenti. Sapendo che Nayana era arrivato, anche gli altri si unirono e tutti si sedettero di fronte a Bhagavan e Nayana.

Si fece buio. Non c’erano torce accese e, come consuetudine, Bhagavan non saliva alla collina attraverso la città. Perciò decidemmo di trascorrere la notte vicino l’altare della Madre e salire la mattina seguente. Quella mattina, quando ci stavamo preparando a salire a Skandaram, arrivarono la sorella di Bhagavan e il marito. Anche loro avevano portato tante provviste, e chiesero di offrire Bhiksha a Bhagavan. Così per non dispiacerli,  Bhagavan rimase.

Ramakrishnaswami, realizzando che Bhagavan non sarebbe ritornato a Skandasram, porto giù la kaupina di Bhagavan e altre sue cose perchè Bhagavan aveva l’abitudine, in quei giorni, di bagnarsi nell’acqua fredda del vicino ruscello. Per sei o dieci giorni, l’uno o l’altro, offrirono il Bhiksha e Bhagavan rimase ai piedi della collina.

Chinnaswami chiese a me e a Gopala Rao di andare e rimanere a Skandasram per custodire le cose che erano lì. Rimanemmo per otto o dieci giorni, il cibo veniva mandato giornalmente. Iniziai a pensare che ero venuto qui per essere vicino a Bhagavan e non per custodire le cose, quindi quella sera stessa, Gopala Rao e io, andammo giù.
Chinnaswami ci chiese perché avevamo lasciato Skandashram,  gli risposi quel che pensavo promettendo che sarei ritornato su la mattina seguente.

La mattina seguente, prima di salire, qualcuno venne giù e disse che tutte le cose di Skandasram erano state rubate. Bhagavan disse, “adesso non è necessario che qualcuno vada a proteggere la proprietà”. Questa osservazione ci rese chiaro che Bhagavan approvava di rimanere al Samadhi della Madre vicino al Pali Tirtham e che ora non c'era più bisogno di invitare Bhagavan a rimanere. Tutto accadde nel modo più naturale, automatico.

Giugno / Agosto 1992 - Vol. 2 - No. 4