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La Mitologia di Arunachala

Un venerabile Brahmino, conoscitore delle antiche tradizioni, uno dei più vecchi devoti del Maharshi, ci narra i racconti sul simbolismo e sulla mitologia di Arunachala. Si vedrà come queste storie, apparentemente fantastiche, hanno un preciso significato simbolico. Sri Arunagiri Yogi sempre splendente come il Dio Supremo indossa tutti i segni della supremazia: tre linee di cenere sacra, il punto del tilak sul suo sopracciglio, una splendida ghirlanda al collo, il re di serpenti avvolto intorno al collo e la mezzaluna crescente sulla sua testa. 

Riferiremo come l'autorisplendente, Arunadri, è apparso sulla terra e come la storia è stata raccontata dallo stesso Siva a Gnana Sambanda, un grande poeta e santo Tamil.

Canto le lodi di Arunachala, l'Essere Unico, accompagnato da Unnamulai, lei dal cuore senza macchia, chiamata anche Uma. Gnana Sambanda, il Santo bambino, vide un venerabile vecchio Brahmino raccogliere fiori dal ciglio della strada e gli chiese, cortesemente, da dove veniva e che stava facendo.

Il vecchio Brahmino, che non era altro che Arunachala Siva stesso, rispose: vengo da Arunachala. Quella è la mia casa. Vengo a raccogliere fiori per adorare il Signore. 

Gnana Sambanda domandò quanto lontano ed in quale direzione fosse.

Il vecchio Brahmino rispose: "non può essere molto lontana, vecchio come sono vengo qui tutti i giorni per raccogliere i fiori per adorare il Signore, ti indicherò  la strada per arrivare lì."

In questo vediamo l'allegoria del Guru, la manifestazione del Sé, mostrare la via all'aspirante dichiarando che la Meta "non è lontana."

Gnana Sambanda chiese ulteriori informazioni su Arunagiri e sono state raccontate le seguenti storie.

La Colonna di FuocoArunachala è la base essenziale di tutto questo universo. E' una manifestazione di Sambhu che nei tempi antichi è apparso come una colonna di fuoco per ricomporre una disputa che era sorta fra Brahma dalle quattro-facce e Vishnu dalle quattro braccia, ambedue manifestazioni di Sadasiva, la cui volontà era di apparire come molti.

Ai due, il senso dell'io aveva fatto credere di essere il più grande e la lotta tra loro si era spinta fino a mettere l'universo in pericolo di distruzione.Allora il Signore Chandrasekara decise che doveva stabilire la Sua supremazia per la salvezza dell'universo.

Apparve, allora, come una enorme colonna di fuoco tra i due dei in lotta. I due dei rimasero stupiti alla vista di questa colonna di fuoco trascendente i confini dell'universo e si accordarono: chi tra i due avesse scoperto la sua fine sarebbe stato il più grande. Vishnu prese la forma del verro Varaha e iniziò a scavare giù, attraverso i mondi inferiori. Brahma prese la forma di un cigno e si involò in alto per trovarne la sommità. Benché Vishnu discese fino al quarto mondo inferiore non poté trovarne la fine, tornato indietro riconosce la sconfitta. Anche Brahma non riuscì a raggiungere la sommità, ma, durante il volo raccolse un fiore caduto dal paradiso e, portandolo indietro con lui, afferma di aver raggiunto la sommità (della colonna di fuoco) e di averlo trovato là. 

In questo mito Siva, il Distruttore, è il Sé o illumiminazione, distruttore dell'illusione di una esistenza individuata separata; Vishnu, il Preservatore, è il senso dell'io, preservatore dell'esistenza apparentemente individuata che unisce tutti i suoi momenti in un'entità apparente. Scava dentro sé stesso, cerca invano, per la verità, di Essere. Brahma, il Creatore, è la mente che assume falsamente la funzione creativa, vola in alto, in alto in idee e teorie, riceve persino un'intuizione scesa dal paradiso e erroneamente crede che è Illuminato. Apparendo davanti a loro, il Signore Supremo benedice Vishnu per la sua verità e devozione, ma, maledice Brahma, dicendo che per questa offesa nessun tempio gli sarà dedicato. E in verità, fino ad oggi i templi sono stati dedicati a Siva e Vishnu ma non a Brahma. In quei tempi Brahma aveva una quinta testa, sopra le quattro facce come ora è dipinto, ma Siva nella sua rabbia la recise. 

La quinta testa di Brahma è la quintessenza oltre i quattro elementi, il centro sopra le direzioni dello spazio, la conoscenza pura sopra la conoscenza terrena della mente e dei sensi. E' l'equivalente del terzo occhio di Siva, la conoscenza unitaria oltre la dualità. Il suo essere recisa è l'equivalente della caduta dell'uomo nella tradizione cristiana: l’uomo o la mente, privato dell'intuizione diretta del paradiso è ridotto al mondo degli opposti, il mondo del bene e del male ed il conflitto tra loro. Allora Vishnu intervenne con una preghiera al Signore, Gli ricorda che Brahma è il Dio dei quattro Veda, a cui le sue quattro facce corrispondono, e che i Veda non sono mero significato ma il suono primitivo, di base, da cui l'universo è creato ed è tenuto in essere, e se il Dio dei Veda viene distrutto l'universo si cadrebbe in rovina. Sambhu rispose che Brahma restava ancora il Dio dei Veda e che in qualunque luogo i Veda fossero salmodiati quello sarebbe stato il suo tempio.

E così è stato ed è. Allora i due dei hanno pregato Sankara di ritrarre il Suo splendore e di lasciare che la colonna di fuoco assumesse l'immagine di un'inerte collina in modo che il mondo potesse essere da lui benedetto e non distrutto. Misericordiosamente, udite le loro preghiere, il Signore ha ritratto in lui lo splendore ed è rimasto nella forma di una collina col nome di ARUNACHALA, coloro che vengono o girano intorno a lui nel loro cuore sono benedetti in questa vita ed ultimatala raggiungono la Liberazione. Ogni anno alla festa di Kartikai una lanterna di ghee, donata dai devoti, è accesa sulla sommità di Arunachala in ricordo della sua vera natura di colonna di fuoco

Uma Tapas

Nell’ articolo "I Segreti di Arunachala" si è detto di come Uma, la Sposa di Siva, nota anche come Gowri e come Parvati, per gioco chiuse gli occhi del Dio con le sue mani e con ciò causò la risoluzione dell'universo, che esiste solo nella vista di Siva. Si è indicato anche il simbolismo di questo mito. Sambhu rimane non soggetto a influssi, se c'è kalpa o pralaya, manifestazione o dissoluzione. Uma, comunque, la Sua Shakti o Energia ha dovuto fare penitenza al fine di riunirsi col Signore. Per questo scopo andò a Kanchipuram dove, dimorando sotto un albero di mango che mai-invecchia e accanto ad una vasca alimentata dal fiume Kampa, compì tutti i prescritti doveri e penitenze. Fece uno Siva-lingam di creta, lo consacrò e l'adorò con grande fervore. Per provare la sua costanza, Siva fece straripare il fiume Kampa;  la dea pensò solo a salvare il lingam, che strinse al suo petto, così che la forma del suo corpo si impresse sulla creta bagnata. Allora si sentì la voce del Dio:"Lascia che questo lingam rimanga sacro nel mondo, perpetuando l'impronta della Shakti su Siva. Mi sono manifestato al mondo come Arunachala, il Lingam di Luce che conferisce benedizione, vai lì e fai penitenza all'Ashram del Rishi Gautama, sotto la sua guida, e là ti rivelerò la Mia forma di luce." Qui Uma è la grande eroina di Siva, inseparabile da Lui inviata nella manifestazione allo scopo di trovare la via del ritorno per unirsi col Signore che è il suo Amato ed il suo vero Sé; per prima cosa fa penitenza sotto l'albero senza tempo del dharma rivelato, adempiendo tutti gli obblighi di dovere. Nel modellare e adorare il lingam di creta, aggiunge devozione al dovere. Quando il fiume del fato straripa, lei aggrappandosi solo al lingam, mostra che la devozione è il suo tesoro e solo allora è guidata alla Collina dell'Illuminazione dove il suo Guru l'attende.

Rishi Gautama accogliendo la Devi al suo Ashram, s'inchino dicendo: "riconosco che sei qui per comando del Signore Siva. Arunachala è il Suo luogo più sacro. Qui il Signore si è rivelato a Brahma e a Vishnu e ha assunto la forma della Collina che è chiamata Arunagiri. "L'atteggiamento del Guru verso la sua discepola è davvero di riverenza, perché vede in lei l'amata del Signore. Quando al nostro Bhagavan chiesero chiarimenti sulla persone che si prostravano davanti lui, disse: "Prima che si inchinino di fronte a me, io mi sono già prostrato, nel mio cuore a Siva in loro. "Gautama allora diede l'istruzione a Uma nella forma delle storie di Arunachala.

Le raccontò come Brahma una volta creò una bella fanciulla per distrarre gli yogi dalla loro disciplina, ma la fanciulla era così incantevole che Brahma stesso si invaghì di lei e la inseguì; ella si mutò in cerva per sfuggirgli, lui tentò di prenderla come cervo, allora si mutò in uccello e lui nel suo maschio. Come uccello volò qui e implorò : "Arunachala, in Te cerco Rifugio!". Immediatamente un cacciatore sorse dalla collina per proteggerla. Brahma fu liberato dall'illusione del desiderio e pregò per il suo perdono. Siva disse: "Va, in silenzio, intorno ad Arunachala cento volte e sarai purificato." Brahma così facendo è divenuto il Signore del paradiso di Satyaloka. La bellezza di Maya è tale che egli stesso se ne innamora. Il fascino delle creazioni della mente è tale che la stessa mente le insegue. Solo ricevendo l'intuizione del Sé ci si libera dalla trappola delle illusioni e si riconduce la mente nel silenzio del Cuore. La prossima storia che Gautama racconta concerne Vishnu. Hari, il Dio persona che è il substrato dell'universo.

All'inizio di ciascun kalpa Brahma inizia a compiere la sua creazione. Una volta Hari si addormentò e Siva compì il lavoro per lui. Così come fa l'universo che attraversa le fasi alternate di manifestazione e risoluzione, così fa il sadhaka attraverso le fasi di espansione e contrazione; Può cadere in un stato di laya o sonno yogico, piacevole ma infruttuoso in cui cessa il conflitto interiore, ma deve scuotere sé stesso e tornare ad Arunachala, al Cuore, per ritrovare la guida. Al risveglio Hari ha detto: "Questo è il gioco di Maya, cosa farò per cancellare questo peccato? Prenderò rifugio ai piedi di Sankara.". A questo sano pensiero  Sambhu comparve davanti lui e disse: "sono Arunachala, semplicemente guardandomi, l'oscurità viene distrutta. Sebbene esteriormente appaia come una collina di terra e pietra, interiormente sono fuoco. Le piogge che sono assorbite in Arunachala non fluiscono fuori, qualunque cosa si chiede, qui è esaudita. Adora Arunachala e riprendi di nuovo il tuo lavoro."La pioggia di Grazia che cade sul cuore non si disperde ma resta là per fertilizzarlo.

Nella Satya-yuga Arunachala era fuoco visibile (la radiante Verità nuda e visibile); nella seconda età era un cumulo di gemme (i tesori inesauribili di poteri spirituali ed esperienze erano visibili a tutti); nella terza età era d'oro ed ora, in questo kaliyuga, è una collina di terra e pietra, la sua luminosità è nascosta. In tutti i tempi ma specialmente in occasioni di buon auspicio come Sivaratri (la Notte di Siva) e Kartikai, quando il fuoco è acceso sulla sommità, Dei e invisibili Rishi vanno intorno ad Arunachala, benedicendo gli uomini che la circumnaviganoi. Non c'è nessun luogo più sacro, il monte Kailas è la dimora di Siva ma Arunachala è Siva stesso. Rishi Gautama spiegò tutto ciò a Parvati, e lei, deciso di fare qui austerità, gli chiese di darle una capanna in cui vivere, ed egli volentieri acconsentì. Sebbene apparentemente giovane, la sua devozione e il suo distacco erano grandi. Il suo corpo fragile splendeva come una pianta rampicante d'oro, piena di lustro.

Mahishasura.

Dopo essere stata per un po di tempo all'Ashram di Rishi Gautama, Uma si stabilì in un tapovanam, un luogo di austerità a Pavalakunru su consiglio di Arunachala. Abbandona i suoi ornamenti, si lascia crescere i capelli arruffati e aggrovigliati, si veste di corteccia d'albero e sparge il suo corpo con cenere sacra. Vive una vita di severo tapas. In quei tempi il demone Mahishasura creava devastazione non solo sulla terra ma anche nei cieli. I Deva chiesero protezione a Uma. Il demone attaccò il suo tapovanam. Iniziò una grande battaglia. Uma assunse la forma terribile di Durga dalle sedici braccia e si scaglia contro il demone con un'arma in ciascuna mano. Lunga fu la battaglia , ma alla fine Durga rovesciò l'asura, lo schiacciò sotto i piedi e lo trapassò col tridente. Tagliò la sua testa e ballò in trionfo su di lui.

I Deva fecero cadere una pioggia di fiori su di lei e cantarono le sue lodi. Nei cieli risuonava Musica divina. Tutte le direzioni dello spazio risplendevano. Come ci indica questo mito, l'ego del sadhaka sorge in rivolta e deve essere distrutto. Fino a quando ciò non è fatto le facoltà più alte sia paradisiache sia quelle puramente umane sono disturbate. C'è disarmonia dappertutto e pericolo di totale rovina. Ma il demone può essere distrutto solo dal sadhaka stesso. Né Dio né il Guru può farlo per lui. Quando egli raggiunge la vittoria si gioisce in cielo e in terra. 

Nel collo dell'asura ucciso, Durga vide uno Siva-lingam. Toccatolo, quello si attacca alla sua mano e non viene via. Questo le fa temere che il demone sia un Siva-bhakta, un devoto del Signore, e pensò di aver commesso un peccato nell'ucciderlo. Rishi Gautama la rassicura ma lei non si convince. Allora la voce di Siva l'istruisce su come fare l'abluzione nelle acque sacre,  dopo di ciò il lingam venne via. Con il nome di lingam papanasa venne consacrato e adorato sulla terra.

Completamente circondata dai fuochi del tapas su tutti i quattro lati e con i suoi occhi diretti verso il sole, Ambika, la Madre Divina, splende come un gioiello. Al tramonto, la sera del Kartikai, la luna piena sorge sopra l'orizzonte per guardare il suo splendore. Una luce abbagliante si eleva sulla cresta di Sonagiri. Vishnu e Brahma appaiono. Uma cammina lentamente intorno Arunachala cantando le lodi al Signore. Improvvisamente Egli appare in piedi, immobile, davanti a lei, glorioso nella Sua luminosità. Ella con occhi sconfortati resta davanti Lui. "Oh Devi!", dice, "perchè soffri? Non sei Una con me e venerata in tutti i mondi? Non siamo Uno, come la luna ed i suoi raggi? Non siamo uniti oltre il tempo e lo spazio? Sono Narayana e tu sei Lakshmi. Sono Brahma e tu Saraswati. Sono l'Oceano e tu il Gange Sono ahankara e tu l'intelletto. Sono Purusha e tu Prakriti. Tu sei quella Shakti da cui procede la creazione, la conservazione e la distruzione. Immaginare te stessa di avere un'esistenza separata da me ha prodotto tutta questa tua sofferenza. Svegliati ora da questo inganno.

"Così detto, il Signore Parameswara la prese e fu assorbita nel suo essere. Unendosi, sono divenuti un androgino completo, il lato destro rosso (maschio) ed il sinistro bianco (femmina). Così fu conseguita l'Unione Mistica, quando l'umano e il Divino divennero un tutt'uno. Da allora lei è Unnamulai e Lui Annamalai. Qui nel luogo della loro unione, ad Arunachala, la Grazia è abbondante e gli  sforzi dei sadhaka. Questo è il Cuore-centro, questa è la Collina Santa.