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Un Maestro aggressivo

Cristo fu un maestro aggressivo. Verbalmente contraccattava duramente quando era attaccato. Non si può certo dire che "Gesù era garbato, docile e mite". Il suo metodo era sempre di una vivace reazione per mettere l'attaccante sulla difensiva. Quando Buddha, con pochi discepoli, una notte sostò presso una casa di riposo e udì un sadhu, che si trovava lì, pontificare contro lui e i sui insegnamenti, né intervenì e né permise ai suoi discepoli di farlo. Questa magnanimità ebbe un effetto tale che l’attaccante divenne un suo discepolo. Quando era insultato rispondeva mitemente; dato che rifiutava di attaccare  l’insulto, il quale tornava indietro su chi lo aveva pronunciato.

Quando, invece, prendendo un esempio caratteristico fra molti, alcuni Farisei chiesero a Gesù perché i suoi discepoli mangiavano senza il prescritto rituale lavaggio delle mani, egli si rivolse a loro, chiamandoli ipocriti, citando Isaia contro di loro e aggiungendo: “Siete così occupati a osservare la tradizione degli uomini che trascurate i Comandamenti di Dio”. *

Vero, naturalmente, ma certamente un modo per farsi nemici. **

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* In questi articoli le mie citazioni dai Vangeli saranno normalmente prese dalla traduzione di J. B. Philips, Il Vangelo in Inglese Moderno, Fontana paperback, Collins, dato che la Versione Autorizzata è così poco familiare e il suo parlare così oscuro al comune lettore che la tagliente lama del suo parlare viene smussata.

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** S. Marco, cap. VII, v 6-8
Una volta quando stava accusando dei Farisei di ipocrisia un dottore della legge protestò: “Maestro , nel dire queste cose insulti anche noi”.
Ed egli ribatté “Si accuso voi esperti della legge! Perché ponete sugli uomini fardelli insopportabili ma, voi, non alzate un dito per portarli. Guai a voi perché costruire tombe per ricordare i Profeti, i veri uomini che i vostri padri uccisero. Voi a sufficienza mostrate come approviate le azioni dei vostri padri. Essi li uccisero e voi costruite una lapide a ricordo ”.

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* San Luca, cap. XI, v. 46-48
Molti giuristi potevano meritare il rimprovero di essere formalisti – molti giuristi lo sono in tutte le epoche; ma essi possono difficilmente essere aiutati se contrastati da un tale attacco. Molti Farisei possono essere stati ipocriti ma noi conosciamo, dai racconti ebraici sopravvissuti, che alcuni di loro erano uomini di integrità e devozione che, sinceramente, tentavano di perpetuare tutto quel che c’era di meglio nella tradizione giudaica.

Inoltre Cristo nel dire che tutti quelli che non erano con lui erano contro di lui, implicitamente, dice che essi erano deliberatamente trattati come nemici. Il riconoscere il nuovo insegnamento e Maestro deve aver richiesto tale integrità e comprensione, da essere circoscritta a una cerchia ristretta - che non erano preti, esperti in legge, gente ordinaria – e una denuncia complessiva di loro sembra inutilmente aggressiva a quelli che percorrono una tradizione orientale.

Buddha rigettò il monopolio bramino della sapienza tanto fermamente come Cristo fece con quella dei Farisei, ma egli mai denunciò loro; egli semplicemente accettò chi non era bramino nel suo Ordine allo stesso modo dei bramini. Non solo quel che Cristo insegnava era aggressivo, ma anche le circostanze che scelse per insegnarlo lo furono.

Buddha vagabondò quietamente per il paese, insegnando a coloro che volevano ascoltarlo.
Il Maharishi non fece neanche questo, risiedeva nel suo Ashram a Tiruvannamalai e, se qualcuno veniva e poneva domande, rispondeva a loro. Gesù andò e insegnò nel gran Tempio di Gerusalemme durante la più affollata festività del calendario giudaico e mentre lo faceva mescolò il suo proprio insegnamento con violenti attacchi ai guardiani della tradizione giudaica, avvertendo la gente di non imitare il loro modo di vita * e dicendo: “Voi siete come sepolcri imbiancati, che sembrano belli a vedersi dal di fuori ma dentro sono pieno di ossa di uomini morti e di tutte le specie di putridume. Così voi apparite come uomini buoni di fuori ma dentro siete un insieme di falsità e malvagità”**.

Dal punto di vista sociale i sacerdoti e i giuristi (ed essi erano i guardiani dell’ordine sociale – il più importante dal momento che il potere politico era nella mani di un conquistatore straniero) debbono aver considerato questo come sovversione e l’oratore come un pericoloso rivoluzionario.

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* San Matteo cap. XXIII, v. 3
** San Matteo, cap. XXIII, v 27-28

Un’altra caratteristica singolare è che Gesù, costantemente, domanda fede non solo nel suo insegnamento ma in lui stesso, e denuncia quelli che non credono in lui.
“La differenza fra noi è che voi venite da sotto e io da sopra. Voi appartenete a questo mondo ma io no. Per questo dico a voi: voi morirete nei vostri peccati. A meno che voi non crediate, che io sono Colui che sono, voi morirete nei vostri peccati”*.

C’è una simile enfasi nell’Islam; il Corano è pieno di affermazioni che Maometto è il vero Profeta e denuncie di quelli che non lo riconoscono come tale. In ambedue i casi le affermazioni possono essere vere, le denuncie giustificate, ma a parte la verità di un insegnamento c’e il modo in cui è trasmesso da considerare. La prima può essere chiamata “verticale”, la discesa dell’Informale Verità nella forma di un linguaggio umano,la seconda “orizzontale”, la permeazione del mondo umano.
Fra i due c’è l’impatto, lo scontro, fra il verticale e l’orizzontale e la natura di questo può variare. Quanto più misericordioso appare Buddha quando dice: “Non crediate perché lo dico a voi o a qualcun altro che lo fa. Tentate di trovarla da voi stessi e vedete come essa agisce, e solo credete se trovate che essa porta buone cose”.

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* San Giovanni cap. VIII, v. 23-24
Ma la via di Cristo era aggressiva.

 Da: “La Via della Montagna” Vol. 1- Gennaio 1964- n. 2