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Non gettare le tue perle davanti ai porci

Che cosa sono le perle e chi sono i porci?
In una religione può anche non essere esplicitamente detto che ci sono verità esoteriche che devono essere rivelate solo ai genuini ricercatori e non al pubblico. C’è una tendenza moderna che vuole che la democrazia sia estesa anche alla conoscenza e che i segreti siano rivelati a tutti; ma si vuole veramente tutto? La teoria della relatività di Einstein è aperta a tutti, ma quanti la studiano? Si può dire che c’è una differenza, fra quel tutto che si vuole, e l’ingiunzione di Cristo che implica una deliberata restrizione della conoscenza; attualmente, comunque, la differenza non è così grande, dal momento che l’abilità di comprendere e di seriamente desiderare di seguire, sono le sole qualificazioni per la spiegazione.

La Verità è rifiutata solo da quelli che non la stimano e vogliono perciò, se essa è offerta, fraintenderla e abusarne. Ma essi possono essere la maggioranza.

Quel che Cristo ha detto fu che offrirla a loro non è solamente inutile ma è anche una attività dannosa - “Per paura che vi si rivoltino contro e vi facciano a pezzi”.
I porci non sono interessati alle cose belle ma solo alle radici, nel loro truogolo e in quel che gli riempie il ventre. I materialisti non sono interessati alle cose dello spirito. Di più essi sono soggetti ad offendersi per l’implicita suggestione che la vostra aspirazione si innalza più alta della loro, che la vostra comprensione supera la loro, che qualcuno possa preferire una perla a una radice – e si rivoltano per farvi a pezzi.

Dunque che cosa è accaduto alle perle? La chiesa ne possiede ancora? E’ noto che ci sono modi di preghiera silenziosa, meditazione e vari esercizi spirituali che non sono rivelati pubblicamente. Essi possono essere aperti alla laicità, ma solo a quelli di loro che hanno mostrato la loro idoneità andando in ritiro o cercando una guida per un concentrato sforzo spirituale.

In verità, dire che esse sono ancora custodite dalle chiese, non significa che ogni sacerdote e prete è un loro custode. Alcuni dei porci possono anche indossare il costume clericale. Sembra una cosa scortese da dire ma in nessun modo così scortese come le cose che il Cristo disse sul clero dei suoi giorni.

Ci fu una potente tradizione di guida spirituale durante il medioevo. Verso la fine di quel periodo furono lasciati scritti di essa o delle dottrine, su cui era costruita, sorprendentemente espliciti. Forse gli scrittori sentivano che la trasmissione orale diretta stava seccando e necessitava di essere fortificata da racconti scritti, per attraversare l'età oscura che stava allora incombendo.
La nube della non-conoscenza, un anonimo documento inglese del 14° secolo, è quasi interamente un manuale di pratica spirituale. Significatamente ha una prefazione con una breve nota che avverte i porci di non accostarsi, insiste che dovrebbe essere letto solo da quelli che sono ricercatori genuini, non dai semplici curiosi.

La Teologia Germanica parla persino più apertamente della possibilità dell’Unione Divina. Meister Eckhart fu così schietto nel parlare della Suprema Identità che fu accusato di eresia. Egli negò l’accusa, insistendo che il suo insegnamento era la vera dottrina cattolica correttamente compresa, ma dopo la sua morte contro lui fu pronunciata la scomunica. Jacob Boheme, un ciabattino protestante, espose i meno espliciti misteri del simbolismo e della sacra cosmologia. Cervantes ha avuto l’arguzia di nascondere le perle in una commedia.

Inoltre anche qualcosa della pratica spirituale sembra essere sopravvissuta attraverso l’età oscura del razionalismo. Quando pionieri come Evelyn Underhill cercarono di riportare la mistica nel presente secolo ci fu, nel loro lavoro, più che antiquariato. La linfa spirituale della tradizione cristiana ancora fluiva, sebbene pulsante piuttosto flebilmente e necessitante di essere rinvigorita. Una corrente spirituale può essere rinvigorita qualche volta persino tramite una infusione di nuova vita dall’esterno. Non è un qualcosa di fisso ma una vivente, vibrante forza, continuamente radiante con maggiore o minore intensità, raggiungendo un incandescente calore o raffreddandosi e rimanendo inerte secondo il fervore e la comprensione di coloro che sono dentro la sua orbita. E dato che ogni pensiero, ogni azione, ogni aspirazione ha la sua ripercussione, coloro che traggono sostegno da un corpo spirituale, perciò, anche incrementano la loro potenza, mentre è anche vero il contrario, che coloro che dedicano la loro vita al suo servizio da ciò traggono nutrimento.

Le perle nascoste della sapienza esoterica non hanno bisogno di essere detti segreti, come quelli che gli antiquari e gli occultisti amano cercare. Essi sono molto lontani dall’essere più profonde interpretazioni di detti che tutti conoscono. Il segreto non è qualcosa che può essere comunicato ma qualcosa che può essere compreso. Una ancora più vera descrizione potrebbe essere che esse sono più sagge e più determinate utilizzazioni di interpretazioni che molti conoscono.

Le interpretazioni possono essere esposte in libri e articoli; la loro utilizzazione, che è il reale valore, può essere insegnata solo per mezzo di una guida qualificata a coloro che direttamente ad essa si approcciano.

Ma è anche legittimo esporre apertamente le interpretazioni, o dovrebbe ciò ricadere sotto la proibizione di Cristo di rendere nascoste le cose conosciute? Io non penso che sia così, perché questa proibizione sembra essere cancellata da un altro, criptico, detto di Cristo che alla fine tutto ciò che era nascosto sarà reso conosciuto. Questa sembra essere un’età, come alla fine del medioevo (sebbene per differenti ragioni), in cui è appropriato dischiudere ciò che può essere dischiuso. Il reale segreto è ineffabile. Ovunque, dal punto di vista di tutte le religioni, si vede esporre le verità nascoste, tanto quanto è possibile a una esposizione teorica.

In verità può essere rimasto così poco della trasmissione pratica che, teoricamente, non è più necessario coprirla e occultarla. O può essere che il suo svelamento sia necessario per aiutare qualcuno di coloro che aspirano ma che non sanno dove cercare, così che, anche nella nostra era, possano adempiersi le parole di Cristo: "quelli che cercano troveranno".
Prendendo solo un esempio fra molti: D. T. Suzuki cita un Maestro Ch’an che diceva: “Chiedi del tuo sé, ricerca nel tuo sé, insegui il tuo sé, investiga dentro il tuo sé e non lasciarti dire che cosa è, non lasciar che esso sia spiegato con parole.” *
Non solo non cercate una spiegazione teorica ma non accettatene una se vi viene offerta, rifiutate di ascoltarla. Ma il Dott. Suzuki stesso, conformemente alle necessità della nostra epoca, ha speso molto della sua vita a dare spiegazioni teoriche in libri, articoli e letture.

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* The essential of Zen Buddhism, p. 320, Rider & Co.

La più potente autorizzazione, comunque, è l’azione dello stesso Ramana Maharshi.
Il sentiero della ricerca interiore, basato sulla dottrina dell’Advaita o Identità, era nei tempi antichi insegnato solo a pochi, di solito agli anacoreti che avevano rinunciato al mondo. In verità la Chandogya Upanishad mostra il Saggio Prajapati che prima insegna che l’essere individuale fisico è il Sé e poi và in profondità solo per quel discepolo che rifiuta di accettare l’insegnamento superficiale. Ma, nei nostri tempi, il Maharshi lo ha svelato apertamente in parole e scritti per tutti coloro che possono comprenderlo e seguirlo.
Egli scrive: “Io ho tradito il Tuo segreto operare. Non essere offesa ! Mostrami adesso apertamente la Tua Grazia e salvami, O Arunachala!” * Non essendo necessaria nessuna altra autorizzazione, io tenterò di svelare le perle nascoste.

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* La Ghirlanda maritale di lettere a Sri Arunachala v.98, da The Collected Works of Ramana Maharshi, Rider & Co., London, and Sri Ramanasramam, Tiruvannamalai.

Vol. 2- Ottobre 1965- n. 4