A quelli con poca polvere - Arthur Osborne
Si narra (e la storia, se storicamente vera o no, non è meno significativa) che, dopo il conseguimento dell’Illuminazione, il primo impulso del Buddha fu di dimorare nello splendore della Beatitudine senza tornare indietro per trasmettere l’incomunicabile all’umanità. Egli poi rifletté: “Ci sono alcuni che sono chiaroveggenti e non necessitano del mio insegnamento, altri i cui occhi sono così annebbiati dalla polvere che, benché dato, non gli daranno attenzione, ma, fra questi due, ci sono anche altri con poca polvere nei loro occhi che possono essere aiutati a vedere, per amore di questi io ritornerò fra l’umanità e insegnerò”.
È per quelli con poca polvere negli occhi che questo giornale è destinato.
Il suo obbiettivo è di mostrare che c’è uno stato più soddisfacente di quello dell’ignorante che è confuso, senza guida e di frustazione dell’uomo moderno, e uno più alto, più soddisfacente e più duraturo in alternativa a quello dato dalle ricchezze o dal lusso, dall'arte o dalla musica, o dall'amore fra uomo e donna; un tale stato può essere raggiunto nella propria vita e, "che lo scopo di tutte le religioni è di condurre gli uomini verso Quello, benché in differenti vie”.
Dico “verso” piuttosto che “a” perché, anche se il supremo stato può non essere realizzato in questa vita, il semplice approccio ad esso può portare una pace alla mente e ai sensi; uno stato di benessere non altrimenti realizzabile.